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La presenza dell'uomo a Cornuda risale all'epoca preistorica, come attestano i reperti recentemente venuti alla luce nella Valle di San Lorenzo ed il materiale litico che riaffiora un po' ovunque.

Antichità

La presenza dell'uomo a Cornuda risale all'epoca preistorica, come attestano i reperti recentemente venuti alla luce nella Valle di San Lorenzo ed il materiale litico che riaffiora un po' ovunque.

Paleoveneto

Si ha inoltre notizia di ritrovamenti avvenuti durante lavori di escavo condotti verso la fine del secolo scorso (quelli compiuti per l'edificazione della Filanda, nel 1881), che fanno ipotizzare l'esistenza in loco di un importante centro paleoveneto prima e romano poi. Il periodo delle invasioni barbariche vide un grande incremento degli abitanti, giunti dai vicini villaggi della piana o dalle zone più esposte ad assalti ed incursioni.

Medievo e Repubblica di Venezia

Cornuda fu ben presto sede di una pieve, divenuta arcipretato verso la fine dell'VIII secolo. Risalgono a quegli anni i primi documenti scritti che nominano "Cornuta" in riferimento a certi debiti contratti dalla popolazione con il monastero dei Santi Pietro e Teonisto di Casier.

Sempre in periodo altomedievale fu edificata la fortezza della Rocca, mentre il Castello di Colle fu fatta costruire più tardi dal Vescovo di Treviso, che aveva ottenuto queste terre in dono dai sovrani Longobardi. Entrambi furono distrutti nella prima metà dei 1300 e mai più riedificati. Durante il periodo comunale Cornuda fu coinvolta nelle lotte che videro schierati il Comune di Treviso, i Vescovi, gli Ezzelini ed i Della Scala. Questi scontri ebbero fine solo con il sopraggiungere di un nuovo e più potente signore che impose agli altri la propria supremazia: la Repubblica di Venezia. Il dominio della Serenissima portò un lungo periodo di pace e la formazione di numerose proprietà terriere, abbellite da splendide ville patrizie. Alla fine del Settecento, con l'avvento dei francesi, Cornuda subì l'occupazione delle truppe di Napoleone. Ceduta all'Austria con tutto il Lombardo-Veneto assistette al memorabile scontro tra i Dragoni Pontifici e l'esercito Asburgico, a ricordo dei quale fu eretto il Monumento-Ossario sul colle della Rocca. Furono gli Asburgo a progettare l'arrivo a Cornuda della ferrovia, impresa realizzata però solo dopo l'Unità d'Italia: il collegamento ferroviario portò lo sviluppo economico, amplificato dalla funzione di nodo ferroviario assunta da Cornuda rispetto all'intera area pedemontana e completato dal realizzato collegamento "trasporti su strada-trasporti su rotaia".

La battaglia del 08/05/1848

Cornuda protagonista dell'Unità d'Italia con la prima vera battaglia della Iª Guerra d'Indipendenza.
La carica dei 40 dragoni pontifici contro le truppe d'invasione austro-ungariche interpretata dal pittore locale Gaetano Fabris (olio su tela, Ufficio del Sindaco di Cornuda).

Il Comune di Cornuda, per la sua posizione strategica, è stato testimone ed artefice di un fatto d’armi risorgimentale denominato “Battaglia di Cornuda dell’8/9 maggio 1848”.
Tale evento viene ritenuto, ancora oggi, come il primo vero combattimento del Risorgimento tra soldati italiani ed occupanti austriaci all’indomani di avvenimenti che, in rapida sequenza, avevano portato molte città, cittadine e centri minori di tutto il Lombardo-Veneto a ribellarsi all’invasione austro-ungarica. Il primo evento bellico avvenne poco tempo prima a Pastrengo con una carica dei Carabinieri sabaudi.

La battaglia di Cornuda fu sostenuta dalla carica di cavalleria di 40 Dragoni Pontifici, composta da giovani universitari romani, emiliani, romagnoli e marchigiani, mirata a contrastare e ritardare l’avanzata dell’Esercito Imperiale austriaco, comandato dal Generale Culoz lungo il tratto della vecchia strada Feltrina ai piedi della “Rocca di Cornuda”. 

In tale posto esiste un cippo a memoria conosciuto con il nome di "Pria morta".
La carica dei dragoni pontifici consentì alle truppe italiane del Generale Durando di arrivare a Cornuda e dare manforte ai reparti della Guardia Civica e dei Volontari pontifici al Comando del Generale Ferrari.

Ultima modifica: mercoledì, 28 dicembre 2022

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